I love shopping – Quando l’acquisto diventa compulsivo

Lo shopping compulsivo risponde al tentativo di colmare un vuoto e compensare una scarsa autostima, evadendo dalla realtà quotidiana. I soggetti che presentano questo disturbo sono soprattutto donne di giovane età, ma anche i soggetti di sesso maschile non ne sono immuni.

Lo shopping compulsivo rientra nelle new addictions, ove la dipendenza non riguarda un oggetto esterno, ma un comportamento: il desiderio compulsivo di fare acquisti (altrimenti detto oniomania dal greco onios= in vendita, coniato dallo psichiatra tedesco Kraepelin a fine ottocento) risponde al tentativo di colmare un vuoto e compensare una scarsa autostima, evadendo dalla realtà quotidiana. I soggetti che presentano questo disturbo, soprattutto donne di giovane età, possono riferire anche altri disturbi: alcoolismo, disturbi alimentari, depressione. E’ da rilevare che lo shopping compulsivo non è un problema unicamente femminile, anche gli uomini ne soffrono, probabilmente le donne sono più inclini ad ammettere la loro dipendenza. L’acquisto viene vissuto come un atto forzato (si parla di compulsione, appunto), un’impellenza cui si deve obbedire nel breve momento, per poi lasciare spazio a vergogna e sensi di colpa per l’inutilità dell’oggetto o per la mancanza di controllo sulla propria condizione finanziaria. La preoccupazione per lo shopping e la sensazione di urgenza e d’attrazione verso gli oggetti da acquistare, impediscono l’autosservazione e il monitoraggio del proprio stato emotivo, come aveva già osservatoBandura. Quando compriamo regali cerchiamo amore (bisogno riscontrato soprattutto nelle donne) o potere, caratteristica riscontrata negli acquisti maschili, tratti ereditati all’interno di un contesto sociale consumistico (cosiddetta società addicted), nel quale la ricerca del soddisfacimento dei propri bisogni passa attraverso l’uso di sostanze e l’assunzione di condotte atte a ricercare il piacere. È necessario, quindi, domandarsi se questo bisogno di comprare non sia la conseguenza della necessità del nostro corpo di entrare in contatto con qualcosa che non sia materiale, paure o dubbi sul proprio valore. I primi passi per evidenziare il problema sono la presa di coscienza del comportamento el’analisi delle proprie fragilità. Inizialmente si può optare per un intervento che miri alla riduzione del danno economico, ricorrendo a persone di fiducia in grado di sostenere la persona nel momento critico.

Bibliografia

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