Crisi economica e l’aumento dei disturbi d’ansia

“Scattante fascio di muscoli pronti all’azione, l’uomo vive di obiettivi, azioni e risultati. Sentirsi abile e capace gli procura una buona dose di testosterone e gli garantisce soddisfazione e benessere”.

Ma le continue notizie allarmistiche circa le future previsioni finanziarie hanno l’effetto di aumentare i livelli di minaccia percepita e quindi i sintomi d’ansia.

L’ansia è la risposta dell’organismo in previsione di un pericolo vero o presunto, essa ha la funzione di preparare la persona a fronteggiare la minaccia attraverso l’iperattivazione (fisica e psicologica) dell’organismo; in altre parole la persona raccoglie tutte le proprie forze per fronteggiare o evitare il pericolo percepito. Quando sperimentiamo l’ansia ci accorgiamo che essa presenta alcune caratteristiche:

1. dal punto di vista fisico ci sentiamo più “attivati”, il rilascio di adrenalina nel sangue produce l’aumento del battito cardiaco, della respirazione e un generale stato di iperattività che spesso si accompagnano ad insonnia e irrequietezza;

2. dal punto di vista psicologico l’ansia si manifesta con la focalizzazione dei “segnali di pericolo”, sovrastima della minaccia, pensieri catastrofici, ruminazione, senso di apprensione, difficoltà a rilassarsi etc.;

3. dal punto di vista comportamentale l’ansia si manifesta con l’evitamento della situazione temuta o, al contrario, con l’attacco.

Se l’ansia rappresenta la “normale” risposta di allarme ad una minaccia non ancora definita (condizione che la differenzia della paura dove l’oggetto del pericolo è definito) appare naturale come il suo aumento della frequenza e dell’intensità nella popolazione sia correlata all’attuale crisi economica, che suscita una generale percezione di rischio e di incertezza circa il proprio futuro. Precariato, disoccupazione ed instabilità lavorativa in genere comportano tutta una serie di conseguenze profonde: rischiano infatti di mettere in discussione le proprie certezze esistenziali, creano problemi di autostima e gettano l’individuo in una costante instabilità emotiva, poiché quest’ultimo si trova a doversi adattare ad una società in continuo cambiamento, di fronte ad eventi sui quali la sua capacità di controllo è limitata quando non assente. La mancanza di prospettive economiche e occupazionali predispone allo sviluppo di varie forme di disagio emotivo, oppure all’aggravamento di forme di disagio già in atto. Tali condizioni psicologiche, se non adeguatamente riconosciute, prese in considerazione e trattate, possono divenire prodromi di veri e propri disturbi come ansia, attacchi di panico, depressione. Non è il caso poi di ricordare i gesti estremi di lavoratori, artigiani ed imprenditori ai quali ci stanno purtroppo abituando le cronache recenti del nostro Paese. L’analisi degli indicatori socio-economici in Italia indica che il suicidio è più frequente dove ci sono più occupati, dove c’è maggiore reddito e dove le famiglie hanno più risorse. Al contrario, là dove l’essere disoccupati riguarda molti più individui, il senso di solidarietà e di condivisione di una stessa realtà protegge in qualche modo gli individui.

L’individuo tende a costruire una rappresentazione di sé basata sui ruoli che sente propri e, in base a questi, sviluppa la sicurezza che gli consente la corretta integrazione sociale. Gli essere umani sono governati da scopi e obiettivi che vengono perseguiti per tutta la vita, questi scopi oltre a definire aspetti importanti della propria identità hanno anche la funzione di rendere sufficientemente prevedibile il futuro e ridurre al massimo la condizione di incertezza. La previsione di un lavoro stabile che porterà alla pensione e quindi ad una condizioni previsionale di sufficiente rassicurazione circa la propria “vecchiaia” rappresenta uno scopo importante per la maggior parte delle persone. La crisi finanziaria riduce la percezione del potere (agentività) degli individui circa la possibilità di potersi creare un futuro, in sostanza la persona si sente in balia degli eventi e senza nessuna possibilità di poter intervenire. Questa condizione produce molta ansia poiché il futuro, oltre ad essere incerto, non è più nelle nostre mani ma dipende da fattori non governabili (come i mercati finanziari, la politica, l’andamento dell’euro etc. ) e di cui spesso non si capiscono le logiche; inoltre ha il potere di invalidare necessità psicologiche fondamentali come l’autorealizzazione, l’autonomia, la pianificazione del futuro, la possibilità di soddisfare i bisogni dei figli etc. La precarietà e l’incertezza economica innescano, specie nei più giovani, senso di frustrazione, ansia, rabbia, stress, depressione, senso di impotenza, riduzione dell’autostima, aumentato rischio di abuso di sostanze. Le incertezze connesse a crisi economica e difficoltà lavorative producono conseguenze a livello cognitivo, emozionale e motivazionale, e in assenza di adeguato sostegno e consulenza specialistica possono predisporre, slatentizzare od aggravare disturbi ansioso-depressivi, psicosomatici, relazionali e della sfera sessuale, varie forme di dipendenza patologica (alcool e fumo, sostanze stupefacenti, gioco d’azzardo patologico, internet ecc…). L’ansia si manifesta con la continua preoccupazione di poter perdere il posto di lavoro, paura di non poter far fronte alle esigenze quotidiane, difficoltà a rilassarsi, insonnia, fino a sfociare in vere e proprie crisi di panico. Oltre allo spettro dei sintomi ansiosi, si registra un significativo aumento dei disturbi legati all’umore che si manifestano con depressione, riduzione dell’autostima, colpevolizzazione, pensieri suicidari etc. La crisi economica sembra correlata anche all’aumento di disturbi fisici da stress quali cefalee, dermatiti e disturbi gastrointestinali.

Intervento sotto l’aspetto Psicologico. Nell’ottica di promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità, è un dovere l’intervento proprio della professione psicologica, ribadito dal Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, ed in considerazione delle difficoltà di natura lavorativa e finanziaria riguardanti parti sempre più larghe della popolazione. La forzata inattività per chi ha perduto la sua occupazione e si trova alle prese con una difficoltosa ricollocazione nel mercato del lavoro, così come la mancanza di prospettiva occupazionale concreta possono comportare reazioni quali, rabbia, frustrazione, umore instabile, ritiro sociale, percezione di mancanza di controllo su di sé, sulla propria vita e sul proprio futuro, nonché un abbassamento del livello di autostima. Lo Psicologo si inserisce in questo quadro in quanto principale figura di riferimento per chi sente compromessa la propria serenità e salute psicologica o per chi vive un momento di difficoltà, che sente di non riuscire ad affrontare da solo. Contribuisce all’ottimizzazione della qualità della vita, offre sostegno e consulenza nelle normali crisi di crescita o nell’adattamento agli eventi più significativi del vivere: ingresso scolastico, relazioni affettive, matrimonio, separazione, gravidanza e post partum, lutto, cambiamenti improvvisi e traumatici e, appunto, difficoltà connesse alla sfera lavorativa.

Intervento sotto l’aspetto Organizzativo. La natura complessa della nostra economia turbolenta lascia a molti consumatori la sensazione di confusione ed impotenza. Mentre è importante per i consumatori cercare di capire cosa sta succedendo nella nostra economia nazionale, è ancora più importante che essi permettano a loro stessi di prendersi cura delle loro economie personali, il loro reddito mensile, le spese e gli investimenti. La cosa più importante da ricordare è che è sempre possibile controllare il proprio budget e l’entità della spesa (budget and spending control). Vivere come se nulla fosse cambiato è il primo errore e può portare a situazioni debitorie insormontabili. L’adozione di misure per la salvaguardia del bilancio familiare può prevedere:

Rivalutare le abitudini. Se il vostro reddito o spese sono cambiati, anche la spesa deve. Le vecchie abitudini sono dure a morire, ma la famiglia può avere bisogno di rinunciare a certe tradizioni, come mangiare fuori il fine settimana, fino a quando non si modifichi la situazione finanziaria.

Preventivare piccoli cambiamenti. Anche piccoli cambiamenti avranno un impatto, e, soprattutto, porranno le basi per cambiare le vostre abitudini: una volta partiti sulla strada giusta, si può iniziare a risparmiare per qualcosa di grande (come una vacanza, o in auto nuova, ecc.)

smart shopper, smart shopping: acquistare con una lista e prendere denaro in modo da non spendere troppo. Utilizzare coupon solo se si è previsto di acquistare l’oggetto stesso.

Pagare le bollette in tempo.

Affrontare i problemi grandi. Se vi sono grandi, incombenti questioni finanziarie, quali il debito non pagato o privilegi fiscali, è il momento di trattare con loro a testa alta. repayment arrangements Contattare i propri creditori e trattare accettabili modalità di rimborso.

Aspettarsi l’inaspettato. Sforzarsi di stabilire un risparmio di emergenza pari ad almeno tre mesi di reddito. Se questo obiettivo sembra troppo alto, provare ad avere una piccola quantità automaticamente detratta dallo stipendio in un conto di risparmio.

Check-up del credito: rivedere i rapporti di credito ogni anno prima di effettuare qualsiasi acquisto importante. www.AnnualCreditReport.com Infine, il clima economico di oggi può creare diffidenza rispetto ad investimenti a lungo termine, ma è importante ricordare che, nonostante tutto, non c’è stato alcun periodo decennale negli ultimi 50 anni in cui il mercato azionario non abbia ottenuto valore. Singoli titoli hanno fallito, ma nel complesso il mercato azionario ha funzionato bene per l’investitore a lungo termine.

Infine, condividendo con altri la stessa sofferenza, essa diviene più accettabile, più sopportabile, perchè non è frutto di incapacità personali, ma di un momento storico ed economico.

Sitografia:

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