La campagna #1ORADAMORE

Discutiamo in Parlamento la proposta per introdurre l’educazione sentimentale nelle scuole

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Quasi 25mila firme in pochissimi giorni su Change.org, migliaia di messaggi eidee, decine di proposte di iniziative pubbliche e la rivendicazione dei tantissimipercorsi che i docenti più interessati stanno sperimentando nelle scuole d’Italia. Èquesto il primo bilancio della campagna #1oradamore a sostegno della proposta dilegge che ho presentato per l’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole.Segno che nel Paese esiste un’esigenza forte che ha bisogno di trovare sbocco:costruire relazioni giuste tra i sessi.

Qualcuno mi ha chiesto: come si può educare ai sentimenti? Perché parlare dieducazione sentimentale e non sessuale o di genere? E chi la dovrebbe insegnare? Perché bisogna gravare sulla scuola quando ci sono le famiglie? E con quali soldiviene pagato l’insegnamento?

Andiamo con ordine. In questi anni tutti sono stati concordi nel dire che in Italiaesiste un problema di ordine culturale e che bisogna sensibilizzare soprattutto lenuove generazioni. La proposta di legge, di cui sono prima firmataria, nasce propriodalla necessità di provare ad affrontare le questioni legate alla violenza di genereper una volta non come emergenza, ma per quelle che sono e cioè fenomenistrutturali. Per questa ragione ho ripreso l’art. 14 della Convenzione di Istanbul,votata all’unanimità in Parlamento e in vigore dal prossimo 1 agosto, e ho mutuato dalì l’introduzione dell’educazione all’affettività nelle scuole.

L’educazione sentimentale è, infatti, qualcosa di più rispetto a quella sessuale -già presente in Francia, Germania, Olanda, Svezia e in altri Paesi – perché non si limita alla corporeità dei rapporti, ma approfondisce la formazione delle relazioni, ilcontesto storico sociale degli stereotipi e gli strumenti che li determinano.

Le ragazze e i ragazzi costretti a confrontarsi – in maniera diretta o indiretta – con casidi violenza e di bullismo o, peggio, di femminicidio, manifestano sempre di più ilbisogno di capire. Non è difficile incrociarli su forum e social network, alla ricerca dirisposte a domande che, per paura o pudore, non riescono o forse purtroppo nonpossono fare ai propri genitori.

Nessuno naturalmente pensa di strappare alle famiglie l’educazione dei figli, ma unPaese maturo ma non può commettere l’errore di pensare che tutti gli adolescentivivano le stesse situazioni familiari.

L’esperienza ci racconta come la violenza spesso si annidi proprio tra le muradomestiche e come a un padre violento segua un figlio violento. Al di fuori della casa, la scuola è lo spazio in cui i ragazzi trascorrono la maggior parte del loro tempo:offrire lì dentro strumenti di lettura dei processi storici, culturali e sociali può creareuna futura cittadinanza consapevole, solidale e aperta alle differenze.

Non si parte da zero. Diversi insegnanti attenti e sensibili già dedicano parte delleloro lezioni a questi temi e molti dirigenti scolastici capaci, con l’autonomia, hannoaperto gli istituti ad associazioni e personalità autorevoli che hanno condotto studi suquesti fenomeni o hanno lavorato direttamente su chi li ha subiti (come le operatricidei centri antiviolenza che ho visitato durante #RestiamoVive).

Ci sono esempi virtuosi – da Nord a Sud Italia – che confermano ancora una voltacome il Paese sia più avanti della politica e come in questi anni siano cresciuteprofessionalmente tante persone pronte a loro volta a formare nuovi insegnanti.Nessuna delega alla buona volontà di singoli docenti: serve sistematizzare lemigliori esperienze e creare un percorso istituzionale chiaro. Peraltro in tanteuniversità italiane, è attivo il corso di gender studies (o studi di genere) che non è uncampo di sapere a sé stante, ma il risultato di un incrocio di metodologie cheabbracciano diversi aspetti della vita umana. Per questo motivo una lettura attentaagli aspetti di genere è applicabile a qualunque branca delle scienze umane, sociali,psicologiche e letterarie.

La copertura della proposta di legge fotografa la situazione economica di agosto(mese in cui è stata depositata) ed è costituita dalla riduzione delle agevolazionifiscali (tax expenditures). L’espressione indica le deduzioni, detrazioni ed esenzioniche riducono il carico fiscale per cittadini e imprese. L’effetto indiretto per lo Stato èuna diminuzione del gettito e un aumento di spesa pubblica. La proposta di leggeriduce le esenzioni (tutelando appieno i ceti bassi e medi, l’arte, la cultura, la ricerca el’ambiente) di 200 milioni di euro da destinare all’insegnamento.

Da questa elaborazione, peraltro frutto di un percorso partecipato, è nata la propostadi legge per l’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole che ènaturalmente aperta a miglioramenti e contributi. Da qui è partita la campagna#1oradamore che chiede la discussione in Parlamento e sfida la politica, per unavolta, a stare al passo con il Paese e a occuparsi del futuro delle sue cittadine e deisuoi cittadini.

Link: Huffington Post

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